
Tutte le storie riguardano Fabio. È uno di noi.
Ha, a seconda di come si sente al momento, tra i trentacinque e i sessant’anni, lavora e vive in una piccola città da qualche parte in Germania.
È un solitario, quindi vive da solo ed è contento. Il più delle volte.
Vede problemi dove non ce ne sono e si sente bene quando non nota i problemi.
Si indigna quando pensa che gli si chieda di essere diverso da quello che è.
Legge molto e si fa un’idea delle cose in cui si imbatte ogni giorno.
Pensa tutto il tempo. Ci sono cose che lo commuovono, o che potrebbero commuoverlo, e cose che non vuole sapere.
Una delle sue abitudini è quella di guardare in lontananza. Quando fa questo, può rilassarsi al meglio, calmarsi, pensare, riflettere o eccitarsi. A seconda delle sue esigenze.
Fabio filosofeggia sulla vita quotidiana. Pensa a frasi che molti studiosi useranno in futuro.
Cade in tutte le trappole umane e disumane.
Compie tutti i cliché che sono stati inventati per lui.
Vuole uscire dalla ruota quotidiana della sua vita e alla fine della giornata si ritrova come colui che guida la ruota.
Non sta giocando con la vita. La vita gioca con lui.
È un cane sciolto, un nerd, un furbacchione.
Eppure di solito ha ragione.
In qualche modo, è come tutti noi.
Lui è unico.